Digiuno intermittente e dieta chetogenica a confronto
Immagino che molti di voi sappiano di cosa parlo quando dico 'dieta chetogenica'. Lo so perché mi trovo spesso di fronte a pazienti che hanno riposto la propria speranza di stare meglio in questa tipologia di dieta - scoprendo però, a malincuore, che non si tratta di un percorso sostenibile nel tempo, riprendendo i chili persi una volta terminato. Vediamo insieme perché.

Dove eravamo rimasti? Ah sì, vi parlavo del perché il digiuno intermittente è sostenibile a lungo termine… Se vi siete persi l’articolo precedente vi invito a recuperarlo per avere già delle basi dalle quali proseguire. Ci eravamo lasciati con un quesito: perché preferire il digiuno intermittente ad altre diete?.
Tanti dei pazienti che seguo hanno alle spalle un lungo curriculum di diete che li ha portati ad essere vittime dell’effetto yo-yo del peso: chili persi, poi ripresi, poi ripersi e così via. Spesso, infatti, una precisazione che ci tengono a fare quando mi comunicano le loro necessità è questa: “Dottore, a me non preoccupa la parte del dimagrimento, io lo so che se mi ci metto ci riesco. Anzi, non ho fretta, va bene anche un dimagrimento lento: l’importante è che io non riprenda i chili persi’’. Partiamo anzitutto con il dire che il digiuno intermittente è un protocollo che prevede una restrizione temporale della fascia oraria in cui ci si alimenta. Concretamente, essendo mirato a diventare uno stile di vita, tutti gli alimenti sono concessi. Ovviamente i macronutrienti (carboidrati, proteine e grassi saturi e polinsaturi) devono essere bilanciati, ma quale medico vi consiglierebbe di seguire un’alimentazione sregolata? Quindi, con il giusto equilibrio e secondo le proprie esigenze, si può mangiare tutto. Dal punto di vista alimentare è infatti una “dieta’’ mediterranea.
La dieta chetogenica, al contrario, comporta molte rinunce. Dal punto di vista alimentare è per sua natura una dieta sbilanciata: prevede un alto apporto di grassi, un apporto medio di proteine e un apporto quasi nullo di carboidrati per mandare e mantenere il corpo in chetosi. Ci tengo a ricordare che tra i carboidrati rientrano anche frutta e verdura, alimenti fondamentali in uno stile di vita sano perché ricchi di nutrienti come vitamine, fibre, minerali. Questo comporta, quindi, delle carenze a livello nutritivo. Anche mentalmente la chetogenica, dopo poco, diventa insostenibile e fa cadere nel tranello del tutto o niente: quando poi allentiamo la presa rispetto alla rigidità che richiede, a causa delle rinunce fatte, diventa più difficile gestire le voglie e/o la fame nervosa. Quindi, seppur si riesca a perdere peso, una volta aumentata la flessibilità si riprende il peso perso, spesso con gli interessi.
La chetogenica, quindi, non è sostenibile a lungo termine né a livello alimentare, né a livello mentale, né a livello sociale. In più, queste rinunce hanno come unico beneficio un momentaneo dimagrimento. È vero che essere normopeso è fondamentale per la salute, ma non basta: si può essere normopeso e soffrire di reflusso, avere patologie autoimmuni e/o alimentarsi in maniera sbagliata. Con il digiuno intermittente i sintomi di queste problematiche si riescono a tenere a bada, grazie all’azione antinfiammatoria. In più non si hanno carenze nutrizionali di alcun tipo mangiando tutto in quantità adeguate e bilanciando i macronutrienti, il che è fondamentale anche a livello mentale. Ricapitolando: la chetogenica comporta rinunce che ci portano a mollare e a riprendere il peso perso, il digiuno intermittente ci permette di avere un’alimentazione variegata, ci fa dimagrire, ci disinfiamma, ci aiuta a prevenire le malattie neurodegenerative, ci permette di tenere bassi i livelli di colesterolo e glicemia (zucchero) nel sangue e ci permette di avere un’alimentazione sana, completa e soddisfacente.
Qualcuno, però, potrebbe chiedersi: perché dovrei saltare un pasto se posso dimagrire mangiando poco ma facendo 5 pasti al giorno? Vi spiegherò anche questo.
Grazie per avermi letto.
A presto,
Dr. Tiziano.