Tiziano Scarparo

Glicemia e HOMA-IR: I Due Numeri Essenziali per Battere il Prediabete

La scorsa settimana vi ho parlato dei picchi glicemici e dell’importanza di tenere a bada i livelli di glucosio nel sangue. I più attenti si saranno accorti che vi ho anche detto che potremmo essere soggetti a picchi glicemici a prescindere dal valore della glicemia che risulta dalle analisi del sangue. Che significa? Che allora è inutile tenere la glicemia sotto controllo? Assolutamente no, anzi!   🩸 Glicemia a Digiuno: L’Istantanea del Fegato La glicemia a digiuno è un valore di riferimento importante: è un’istantanea della concentrazione di glucosio nel sangue nel momento esatto del prelievo – un po’ come una fotografia che immortala la situazione precisa nell’attimo in cui viene scattata.  Misurando la glicemia a digiuno, quindi, otteniamo un valore che rappresenta la capacità del nostro fegato di regolare la produzione di glucosio durante la notte. Come Funziona il Fegato Normale? – Quando mangiamo, il glucosio entra nel sangue e raggiunge il fegato. – Il pancreas rilascia insulina. Questa ha una doppia azione sul fegato: 1) Blocca i meccanismi interni di produzione di glucosio (gluconeogenesi), dal momento che il corpo ne ha già ricevuto dal pasto; 2) Dà il via libera all’immagazzinamento dello zucchero in eccesso. – Durante la notte, un fegato sano lavora a ritmi lenti e controllati, producendo solo la piccola quantità di glucosio strettamente necessaria per le funzioni vitali. E se invece il fegato è compromesso? – Quando la nostra alimentazione prevede un eccesso di zuccheri e/o grassi cattivi, il fegato inizia ad accumulare grasso (steatosi epatica) e sviluppa insulino-resistenza. In questo stato, il fegato: 1) Non riceve il segnale di rallentare o fermarsi; 2) Produce in eccesso: continua a pompare glucosio in circolo anche quando non dovrebbe. – Il risultato è una glicemia a digiuno alta, che è un chiaro segnale di disfunzione epatica e potenziale prediabete (insulino-resistenza).   🔬 HOMA Test e HOMA-IR: Come Calcolarlo Abbiamo visto che la Glicemia a Digiuno ci offre una preziosa istantanea sulla funzionalità del fegato, ma questo valore da solo non è sufficiente per comprendere appieno l’efficienza del nostro metabolismo. Se la glicemia ci dice quanto glucosio è presente nel sangue in un dato momento, non ci svela il vero sforzo che il nostro corpo sta compiendo dietro le quinte per gestire quello zucchero. Per ottenere un quadro completo, dobbiamo misurare la sensibilità (o resistenza) all’insulina. È qui che entra in gioco l’HOMA Test. Semplice e non invasivo, questo test matematico combina i valori della glicemia e dell’insulina (entrambi a digiuno) per calcolare l’Indice HOMA-IR, fornendoci una visione approfondita di come il nostro pancreas e le nostre cellule stiano lavorando insieme per mantenere l’equilibrio. L’HOMA test può essere effettuato presso laboratori specializzati oppure facendo un semplice calcolo a casa dopo aver effettuato le analisi.   Come calcolarlo:  Se il risultato è un valore inferiore a 2, possiamo stare tranquilli: ci stiamo nutrendo correttamente, il nostro corpo funziona bene e i nostri pasti sono bilanciati. Dunque, questo valore indica una buona sensibilità insulinica. Se invece il risultato è maggiore di 2, suggerisce che le cellule non rispondono bene all’insulina e il pancreas sta faticando: potremmo dover rivedere alcune scelte alimentari, il nostro stile di vita e/o valutare di intraprendere il digiuno intermittente con un’alimentazione bilanciata per far rientrare i valori e abbassare l’indice. In conclusione, l’ indice HOMA-IR e la glicemia sono valori da attenzionare, mentre l’HOMA test è una valida alternativa alla curva glicemica: ci evita di bere un bicchierone di glucosio e di dover fare più prelievi.   Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.

Picco Glicemico: Perché Evitarlo è la Priorità per la Tua Salute e Longevità

Quante volte vi è capitato di mangiare ed essere pervasi da una sonnolenza invalidante? Se a Roma questo effetto post-pranzo si chiama “abbiocco”, il colpevole, in termini scientifici, è il picco glicemico.  La sonnolenza è solo il sintomo più blando. Per comprendere quanto questo tema sia cruciale per la vostra salute, è fondamentale partire dalle basi e capire come una cattiva gestione del glucosio mini il nostro benessere.   Partiamo dalle basi: Cosa sono Glucosio e Glicemia? Le nostre cellule hanno bisogno di energia per vivere e la fonte primaria di questa energia è proprio il glucosio: uno zucchero semplice utilizzato dalle cellule per varie funzioni. Ad esempio, le cellule del cuore lo usano per contrarsi, i neuroni del cervello per funzionare. Il glucosio ci permette anche di vedere, sentire, digerire.  Il nostro corpo necessita di un quantitativo di glucosio determinato. Generalmente lo assumiamo tramite il cibo, ma quando la quantità è insufficiente, il nostro corpo lo autoproduce. Superare la quantità necessaria, invece, è pericoloso per la nostra salute. La glicemia rappresenta il valore del glucosio nel sangue. Se anche i valori sono buoni potremmo comunque essere soggetti a picchi glicemici frequenti e non accorgercene fino all’arrivo di segnali riconducibili all’insulino resistenza o al prediabete. …Quindi, cos’è un picco glicemico? Il picco glicemico si verifica quando c’è un rapido e brusco aumento di glucosio nel sangue: in parole semplici, alle cellule arriva troppo zucchero, più di quanto gliene serva, e troppo velocemente.   In questo grafico possiamo notare come un pasto ricco di zuccheri (curva arancione) provochi un picco glicemico rapido e alto, che porta a sonnolenza e stanchezza (il cosiddetto “abbiocco”). Al contrario, un pasto bilanciato (curva azzurra) genera una risposta glicemica più stabile, garantendo energia costante e benessere.   Ma perché evitare i picchi glicemici è una priorità per la nostra salute?  Il glucosio influenza tantissimi aspetti della nostra salute, sia a lungo che a breve termine – se gestito bene ha effetti positivi, se gestito male può portare a una grande varietà di effetti negativi, dall’umore a patologie.  Effetti a Breve Termine – Fame costante (anche nervosa) – Stanchezza cronica e malumore – Emicrania e nebbia mentale – Peggioramento delle funzioni cognitive   Effetti a Lungo Termine – Insulino-resistenza e Steatosi Epatica – Invecchiamento precoce e Acne – Rischio aumentato di Alzheimer, Artrite – Malattie cardiache, Infertilità, Depressione e rischio Tumore   Cosa fare per tutelarsi e preservare la propria salute? Seguire un protocollo di digiuno intermittente e bilanciare i pasti consumando gli alimenti nel giusto ordine sono i mezzi per mantenere bassa e stabile la glicemia senza stressare troppo il nostro corpo e minare la nostra salute.  Il digiuno intermittente di per sé, grazie al digiuno prolungato, permette di mantenere a lungo bassi i livelli di zucchero.  Durante la finestra alimentare, invece, è importante seguire una certa sequenza nel consumo degli alimenti per creare una rete “protettiva”:  Iniziare con la verdura: questa contiene fibre, che  creano una rete che filtra i carboidrati e quindi gli zuccheri, rallentandone l’assorbimento nel sangue. Successivamente, è utile consumare le proteine: queste stimolano una risposta insulinica più graduale rispetto ai carboidrati e ne rallentano ulteriormente l’assorbimento, aiutando a stabilizzare la glicemia e prevenendo le fluttuazioni che possono portare fame nervosa o voglie. Concludere con i carboidrati: gli alimenti precedenti avranno preparato il corpo a sfruttarli nel modo corretto e ne verrà tratta energia a lungo termine. Un’alternativa ugualmente efficace è il piatto unico bilanciato, che combina tutti i macronutrienti in proporzioni corrette fin dall’inizio.   ✅ In Conclusione I benefici di un indice glicemico stabile vanno di pari passo con un corpo in salute, energico e longevo. I mezzi per ottenerli sono semplici, ma potentissimi: il digiuno intermittente e l’ordine corretto nel consumare i pasti.   Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.