Tiziano Scarparo

Il Mondo dei Tuberi: Energia e Proprietà Salutari

Cosa sono i tuberi? I tuberi sono, in pratica, le riserve di cibo sotterranee della pianta. Sono organi che la pianta usa per immagazzinare sostanze nutritive (soprattutto amido). Questo le permette di avere l’energia necessaria per sopravvivere a condizioni difficili, come l’inverno o la siccità, e ricrescere l’anno successivo.   🌿 Tuberi vs. Radici: La Distinzione Chiave Spesso tuberi e radici (come le carote) vengono confusi, ma c’è una distinzione botanica netta: – Tuberi del fusto: Sono ingrossamenti di un fusto sotterraneo. Esempio classico: La patata. – Radici tuberizzate: Sono ingrossamenti della radice principale. Esempio classico: La patata dolce.   💪 Le Proprietà Nutrizionali dei Tuberi In generale, i tuberi sono caratterizzati da un alto valore energetico e sono ricchi di micronutrienti essenziali.   Le caratteristiche dei tuberi: – ⚡ Carboidrati (Fonte Energetica) Sono ricchi di amido, un carboidrato complesso che fornisce energia a lento rilascio. Contengono anche una buona quantità di fibre che aiutano la digestione. – 💧 Acqua Sono composti in gran parte da acqua (circa il 70-80%), il che li rende voluminosi e contribuisce all’idratazione. – 💊 Vitamine Vitamina C: La patata, ad esempio, è ricca di Vitamina C, essenziale per il sistema immunitario e l’assorbimento del ferro. Vitamine del Gruppo B: Contengono vitamine come la B6 e la B9 (acido folico), cruciali per il metabolismo e la funzione nervosa. – ⚙️ Minerali Potassio: Sono un’ottima fonte di potassio, fondamentale per l’equilibrio idrico e la regolazione della pressione sanguigna. Magnesio e Fosforo: Contribuiscono alla salute delle ossa e al funzionamento muscolare.   🌼 Il tubero che forse non conosci: il topinambur Forse guardando questa foto ti sembrerà di vedere lo zenzero… eppure si tratta del topinambur! Nonostante la somiglianza estetica, il topinambur si distingue per delle caratteristiche speciali. Vediamo quali sono… – Il topinambur è un tubero del fusto, strettamente imparentato con il Girasole: entrambi appartengono alla famiglia delle Asteraceae. – Il sapore ricorda quello del carciofo. La sua particolarità risiede nel carboidrato principale che lo compone: l’inulina, che lo rende un tubero a basso indice glicemico. Cos’è l’inulina? L’inulina è una fibra prebiotica che non viene digerita dagli enzimi umani, ma arriva intatta nell’intestino, dove svolge funzioni benefiche: – Controllo della Glicemia: Non essendo digerita come l’amido, l’inulina ha un impatto minimo sui livelli di glucosio nel sangue, rendendo il Topinambur un alimento a basso indice glicemico. – Azione Prebiotica: Agisce come un prebiotico, nutrendo selettivamente i batteri benefici del colon, migliorando la salute del microbiota intestinale. – Regolarità Intestinale: Contribuisce a regolarizzare il transito intestinale. – Assorbimento di Grassi: Aiuta a ridurre l’assorbimento intestinale di grassi e zuccheri, contribuendo al controllo del colesterolo.   Altri Benefici del Topinambur Oltre all’inulina, il Topinambur è una buona fonte di: – Ferro: Contiene un’elevata quantità di ferro, utile in caso di anemia. – Potassio: Essenziale per l’equilibrio idrico. – Vitamine: In particolare Vitamine del gruppo B (B1, B2, B3) e Vitamina C.   Come consumarlo? Il topinambur è un carboidrato, quindi devi associarlo a fonti di proteine e grassi.  Ti lascio alcune idee: Attenzione: chi soffre di gonfiore o meteorismo dovrebbe introdurlo con moderazione! Infatti, un alto contenuto di inulina può accentuare queste problematiche. In questo caso, consiglio di consumarlo in piccole dosi, magari come snack.    Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.   Attenzione: In questo articolo fornisco informazioni e/o consigli generali che non sostituiscono indicazioni mediche su alimentazione, stile di vita o salute: ogni consiglio va personalizzato dopo consulenza personalizzata effettuata da figura professionale medica.

Goditi le Feste: Non si Ingrassa da Natale a Capodanno!

Dicembre è arrivato, portando con sé la magica atmosfera natalizia, fatta di condivisione, affetti e il consueto bilancio dell’anno che si conclude. È il periodo in cui si stila la famosa lista dei buoni propositi: nuovi obiettivi e abitudini da integrare nella propria vita. Per alcuni è il mese più felice dell’anno, per altri un periodo avvolto da un velo di malinconia. In ogni caso, è un periodo di ritrovo e celebrazione con parenti e amici che non vediamo spesso. Le vere giornate di festa sono 24, 25, 26 dicembre, e poi 31 dicembre, 1 e 6 gennaio.   La Regola d’Oro per un Natale Sereno C’è una cosa che mi piace sempre ricordare: non si ingrassa da Natale a Capodanno, ma contano le scelte che si fanno da Capodanno a Natale! Quindi, stai tranquillo/a: puoi goderti ogni singolo momento in compagnia con serenità, senza dover rinunciare a nulla. Il benessere è anche questo: saper vivere le eccezioni senza sensi di colpa.   🍽️ Digiuno Intermittente: Il Tuo Alleato per le Giornate Più Ricche Se hai già approcciato il Digiuno Intermittente (DI), sai bene come il corpo si abitui a determinati ritmi e al benessere che deriva dall’alternanza tra la finestra alimentare e le ore di digiuno. Parlo spesso del protocollo 16:8 perché lo ritengo il migliore in termini di benessere e sostenibilità. Tuttavia, in questi giorni di festa, esistono altri protocolli che possono aiutarti a gestire al meglio le giornate particolarmente ricche. Ecco i miei consigli strategici per affrontare il susseguirsi delle “grandi mangiate” natalizie:   Strategia Giorno per Giorno 🗓️ 24 Dicembre: La Vigilia e il Cenone Il 24 dicembre (almeno a Roma!) si celebra il famoso Cenone della Vigilia. Se sei tra coloro che festeggiano con una cena abbondante, potresti adottare il protocollo OMAD (One Meal A Day). Cos’è l’OMAD? Consiste nel consumare un solo pasto al giorno. A livello orario potrebbe essere considerato come un 23:1. Normalmente, lo sconsiglio come routine quotidiana perché concentrare tutti i nutrienti in un’unica assunzione può risultare pesante e poco bilanciato a lungo termine se non hai già esperienza con il digiuno intermittente. Perché usarlo il 24 dicembre? È ottimale per affrontare la cena senza appesantirsi eccessivamente durante il resto della giornata. Puoi, quindi, aprire la tua finestra alimentare direttamente con la cena. Consiglio Extra: Se non riesci a digiunare fino a sera, concediti uno spuntino bilanciato verso l’ora di pranzo. Un promemoria importante: Prefissarsi di fare una cena leggera non serve a nulla. Il Natale ricorre una volta l’anno: è giusto goderselo! In più, se hai cucinato prenditi la tua soddisfazione. Coccola te stesso/a, non solo gli altri! 🗓️ 25 Dicembre: Il Pranzo di Natale Il giorno di Natale sarà il tuo corpo a suggerirti di saltare la colazione. Puoi passare direttamente al pranzo. Anche qui, l’idea di base è quella dell’ OMAD: un unico pasto in cui concentrare i macronutrienti e micronutrienti della giornata. Unico Pasto (ma non un’ora): Chiamarlo formalmente OMAD (che a livello di schema orario è un 23:1) è quasi ironico, dato che il pranzo di Natale spesso dura 4-5 ore! Quindi, l’obiettivo è semplicemente fare un unico, abbondante, prolungato pasto come focus della giornata. 🗓️ 26 Dicembre e Giorni Successivi Se sei solito/a festeggiare anche a Santo Stefano con un pranzo o una cena abbondante, puoi ripetere lo schema del 24 e 25. In alternativa, se le feste sono finite, puoi riprendere la tua routine: Se salti la colazione, riapri la finestra a pranzo. Se in genere salti la cena puoi fare un pranzo e uno spuntino per ristabilire il tuo amato 16:8 (o il tuo protocollo abituale). 🗓️ Capodanno (31 Dicembre e 1 Gennaio) 31 Dicembre: Se sei abituato/a a saltare la cena, è il momento di invertire! Salta la colazione. In ogni caso, ascolta il tuo corpo: se ti senti appesantito/a dai giorni precedenti, passa direttamente al cenone con il protocollo OMAD. In alternativa, un pranzo o uno spuntino leggero sono ideali: un 16:8 (o il tuo protocollo abituale) va benissimo. 1 Gennaio: Per il pranzo del primo giorno dell’anno, puoi riprendere il protocollo OMAD, il concetto di unico pasto prolungato. 🗓️ 6 Gennaio: L’Epifania Il 6 gennaio può essere trattato come un normalissimo giorno in cui ci si concede un pasto libero. Un modo perfetto per chiudere in dolcezza il periodo di festa! NB: Se per qualsiasi motivo non puoi seguire i protocolli sopra indicati (ad esempio, se sei in gravidanza o hai il diabete di tipo 1), ricordati di goderti le feste in serenità abbinando sempre una fonte di grassi o proteine prima del pasto abbondante, per mantenere basso l’indice glicemico. Spero che questi consigli ti siano utili per goderti il periodo senza stress: ricorda che la cosa più importante è ascoltare il proprio corpo.    Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.   Attenzione: In questo articolo fornisco informazioni e/o consigli generali che non sostituiscono indicazioni mediche su alimentazione, stile di vita o salute: ogni consiglio va personalizzato dopo consulenza personalizzata effettuata da figura professionale medica.

Colesterolo: Non è Sempre il Nemico che Credevamo! Parla la Scienza

Natura e Produzione del Colesterolo Il colesterolo è una sostanza lipidica (grassosa), insolubile in acqua, vitale per il corpo umano. 👉 Produzione: Circa l’80% del colesterolo è autoprodotto, principalmente dal fegato. Il restante 20% lo introduciamo tramite la nostra alimentazione (prettamente tramite cibi di origine animale). Questa molecola non è un semplice grasso: è una componente essenziale per la vita. Vediamo insieme perché…   Funzioni Vitali del Colesterolo Il colesterolo è una molecola essenziale per numerose funzioni biologiche: pensate che più del 25% del colesterolo corporeo si trova nel cervello. Protegge i neuroni e velocizza la trasmissione degli impulsi nervosi garantendo una comunicazione cerebrale efficace. Il colesterolo non è un nemico, ma può diventarlo. Tuttavia, delle ricerche ci svelano dati sorprendenti: leggete l’articolo fino alla fine per scoprirli. Perché si parla di colesterolo buono e di colesterolo cattivo? Il trasporto del colesterolo nel sangue è affidato a due tipi di lipoproteine: – LDL – “Colesterolo Cattivo”: Quando è in eccesso, si deposita sulle pareti delle arterie, innescando l’aterosclerosi e aumentando il rischio di infarto e ictus. – HDL – “Colesterolo Buono”: Svolge una funzione di “spazzino”, rimuovendo il colesterolo in eccesso dalle arterie e riportandolo al fegato per l’eliminazione. Livelli alti di HDL sono generalmente protettivi contro le malattie cardiovascolari.   L’Evidenza Scientifica Rovescia il Mito del Colesterolo negli Anziani Un Colesterolo Totale (CT) elevato, soprattutto se causato da un alto livello di LDL, è da decenni riconosciuto come pericoloso a livello cardiovascolare nella popolazione generale e adulta. 👉 Trattamento: I metodi più standard per combattere l’ipercolesterolemia includono prima l’intervento sullo stile di vita (dieta, attività fisica) e, se i livelli di rischio sono elevati, l’uso di farmaci come le statine, che agiscono riducendo la produzione di colesterolo da parte del fegato.   Analisi di una Revisione su PubMed Ho analizzato una Revisione Sistematica pubblicata su PubMed ([Link allo studio: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27292972/]), che ha esaminato la relazione tra livelli di Colesterolo LDL e la mortalità negli anziani (dai 60 anni in su). I Risultati Sorprendenti I dati raccolti offrono uno scenario complesso e sorprendente: – L’Associazione si Attenua: Negli anziani, in particolare negli ultra-ottantenni, l’associazione tra livelli elevati di Colesterolo Totale (CT) o LDL e un aumento del rischio di morte per malattie cardiovascolari si attenua o addirittura scompare. – Relazione Inversa: In alcuni studi, è stata persino osservata una relazione inversa, il che suggerisce che un CT (Colesterolo Totale) leggermente più alto potrebbe essere associato a una vita più lunga in questa specifica fascia di età. Perché questo avviene? – Si ipotizza che il colesterolo possa agire come un importante “riserva” di energia e che, in età avanzata, sia cruciale per sostenere la sintesi di ormoni e rafforzare le membrane cellulari contro i danni. – Inoltre, livelli più alti potrebbero riflettere una migliore condizione nutrizionale generale e una maggiore capacità del corpo di rispondere all’infiammazione e alle infezioni. Attenzione all’Interpretazione È fondamentale interpretare questi dati con cautela. Queste evidenze non negano il ruolo dell’LDL nell’aterosclerosi e l’importanza di monitorare i valori. Sottolineano, invece, la complessità biologica dell’anziano, dove la mortalità totale può essere guidata da altri fattori più determinanti rispetto al colesterolo stesso. 👉 In questa fase della vita, fattori come lo stato nutrizionale, la fragilità e l’infiammazione sistemica possono avere un impatto molto maggiore sull’aspettativa di vita rispetto al solo livello di colesterolo. In sintesi… In sintesi, sebbene l’LDL rimanga un fattore di rischio, i dati negli anziani indicano che avere un Colesterolo Totale (CT) o LDL leggermente più alto non è necessariamente dannoso e, in alcuni casi, potrebbe riflettere una migliore salute generale, sottolineando che in questa fase della vita contano di più fattori come la nutrizione e l’infiammazione. Inoltre, l’LDL diventa pericoloso solo quando si ossida: è l’LDL ossidato che si deposita nelle arterie, causando ostruzioni. Non dobbiamo quindi etichettare “tutto il colesterolo” come cattivo e pericoloso.   Anche in questo caso, il digiuno intermittente si presenta come strategia e stile di vita efficace per abbassare il rischio di un colesterolo LDL (cattivo) alto e per ridurre l’infiammazione corporea, direttamente collegata all’insorgenza di numerose patologie.    Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.   Attenzione: In questo articolo fornisco informazioni e/o consigli generali che non sostituiscono indicazioni mediche su alimentazione, stile di vita o salute: ogni consiglio va personalizzato dopo consulenza effettuata da figura professionale medica.

Glicemia e HOMA-IR: I Due Numeri Essenziali per Battere il Prediabete

La scorsa settimana vi ho parlato dei picchi glicemici e dell’importanza di tenere a bada i livelli di glucosio nel sangue. I più attenti si saranno accorti che vi ho anche detto che potremmo essere soggetti a picchi glicemici a prescindere dal valore della glicemia che risulta dalle analisi del sangue. Che significa? Che allora è inutile tenere la glicemia sotto controllo? Assolutamente no, anzi!   🩸 Glicemia a Digiuno: L’Istantanea del Fegato La glicemia a digiuno è un valore di riferimento importante: è un’istantanea della concentrazione di glucosio nel sangue nel momento esatto del prelievo – un po’ come una fotografia che immortala la situazione precisa nell’attimo in cui viene scattata.  Misurando la glicemia a digiuno, quindi, otteniamo un valore che rappresenta la capacità del nostro fegato di regolare la produzione di glucosio durante la notte. Come Funziona il Fegato Normale? – Quando mangiamo, il glucosio entra nel sangue e raggiunge il fegato. – Il pancreas rilascia insulina. Questa ha una doppia azione sul fegato: 1) Blocca i meccanismi interni di produzione di glucosio (gluconeogenesi), dal momento che il corpo ne ha già ricevuto dal pasto; 2) Dà il via libera all’immagazzinamento dello zucchero in eccesso. – Durante la notte, un fegato sano lavora a ritmi lenti e controllati, producendo solo la piccola quantità di glucosio strettamente necessaria per le funzioni vitali. E se invece il fegato è compromesso? – Quando la nostra alimentazione prevede un eccesso di zuccheri e/o grassi cattivi, il fegato inizia ad accumulare grasso (steatosi epatica) e sviluppa insulino-resistenza. In questo stato, il fegato: 1) Non riceve il segnale di rallentare o fermarsi; 2) Produce in eccesso: continua a pompare glucosio in circolo anche quando non dovrebbe. – Il risultato è una glicemia a digiuno alta, che è un chiaro segnale di disfunzione epatica e potenziale prediabete (insulino-resistenza).   🔬 HOMA Test e HOMA-IR: Come Calcolarlo Abbiamo visto che la Glicemia a Digiuno ci offre una preziosa istantanea sulla funzionalità del fegato, ma questo valore da solo non è sufficiente per comprendere appieno l’efficienza del nostro metabolismo. Se la glicemia ci dice quanto glucosio è presente nel sangue in un dato momento, non ci svela il vero sforzo che il nostro corpo sta compiendo dietro le quinte per gestire quello zucchero. Per ottenere un quadro completo, dobbiamo misurare la sensibilità (o resistenza) all’insulina. È qui che entra in gioco l’HOMA Test. Semplice e non invasivo, questo test matematico combina i valori della glicemia e dell’insulina (entrambi a digiuno) per calcolare l’Indice HOMA-IR, fornendoci una visione approfondita di come il nostro pancreas e le nostre cellule stiano lavorando insieme per mantenere l’equilibrio. L’HOMA test può essere effettuato presso laboratori specializzati oppure facendo un semplice calcolo a casa dopo aver effettuato le analisi.   Come calcolarlo:  Se il risultato è un valore inferiore a 2, possiamo stare tranquilli: ci stiamo nutrendo correttamente, il nostro corpo funziona bene e i nostri pasti sono bilanciati. Dunque, questo valore indica una buona sensibilità insulinica. Se invece il risultato è maggiore di 2, suggerisce che le cellule non rispondono bene all’insulina e il pancreas sta faticando: potremmo dover rivedere alcune scelte alimentari, il nostro stile di vita e/o valutare di intraprendere il digiuno intermittente con un’alimentazione bilanciata per far rientrare i valori e abbassare l’indice. In conclusione, l’ indice HOMA-IR e la glicemia sono valori da attenzionare, mentre l’HOMA test è una valida alternativa alla curva glicemica: ci evita di bere un bicchierone di glucosio e di dover fare più prelievi.   Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.

Picco Glicemico: Perché Evitarlo è la Priorità per la Tua Salute e Longevità

Quante volte vi è capitato di mangiare ed essere pervasi da una sonnolenza invalidante? Se a Roma questo effetto post-pranzo si chiama “abbiocco”, il colpevole, in termini scientifici, è il picco glicemico.  La sonnolenza è solo il sintomo più blando. Per comprendere quanto questo tema sia cruciale per la vostra salute, è fondamentale partire dalle basi e capire come una cattiva gestione del glucosio mini il nostro benessere.   Partiamo dalle basi: Cosa sono Glucosio e Glicemia? Le nostre cellule hanno bisogno di energia per vivere e la fonte primaria di questa energia è proprio il glucosio: uno zucchero semplice utilizzato dalle cellule per varie funzioni. Ad esempio, le cellule del cuore lo usano per contrarsi, i neuroni del cervello per funzionare. Il glucosio ci permette anche di vedere, sentire, digerire.  Il nostro corpo necessita di un quantitativo di glucosio determinato. Generalmente lo assumiamo tramite il cibo, ma quando la quantità è insufficiente, il nostro corpo lo autoproduce. Superare la quantità necessaria, invece, è pericoloso per la nostra salute. La glicemia rappresenta il valore del glucosio nel sangue. Se anche i valori sono buoni potremmo comunque essere soggetti a picchi glicemici frequenti e non accorgercene fino all’arrivo di segnali riconducibili all’insulino resistenza o al prediabete. …Quindi, cos’è un picco glicemico? Il picco glicemico si verifica quando c’è un rapido e brusco aumento di glucosio nel sangue: in parole semplici, alle cellule arriva troppo zucchero, più di quanto gliene serva, e troppo velocemente.   In questo grafico possiamo notare come un pasto ricco di zuccheri (curva arancione) provochi un picco glicemico rapido e alto, che porta a sonnolenza e stanchezza (il cosiddetto “abbiocco”). Al contrario, un pasto bilanciato (curva azzurra) genera una risposta glicemica più stabile, garantendo energia costante e benessere.   Ma perché evitare i picchi glicemici è una priorità per la nostra salute?  Il glucosio influenza tantissimi aspetti della nostra salute, sia a lungo che a breve termine – se gestito bene ha effetti positivi, se gestito male può portare a una grande varietà di effetti negativi, dall’umore a patologie.  Effetti a Breve Termine – Fame costante (anche nervosa) – Stanchezza cronica e malumore – Emicrania e nebbia mentale – Peggioramento delle funzioni cognitive   Effetti a Lungo Termine – Insulino-resistenza e Steatosi Epatica – Invecchiamento precoce e Acne – Rischio aumentato di Alzheimer, Artrite – Malattie cardiache, Infertilità, Depressione e rischio Tumore   Cosa fare per tutelarsi e preservare la propria salute? Seguire un protocollo di digiuno intermittente e bilanciare i pasti consumando gli alimenti nel giusto ordine sono i mezzi per mantenere bassa e stabile la glicemia senza stressare troppo il nostro corpo e minare la nostra salute.  Il digiuno intermittente di per sé, grazie al digiuno prolungato, permette di mantenere a lungo bassi i livelli di zucchero.  Durante la finestra alimentare, invece, è importante seguire una certa sequenza nel consumo degli alimenti per creare una rete “protettiva”:  Iniziare con la verdura: questa contiene fibre, che  creano una rete che filtra i carboidrati e quindi gli zuccheri, rallentandone l’assorbimento nel sangue. Successivamente, è utile consumare le proteine: queste stimolano una risposta insulinica più graduale rispetto ai carboidrati e ne rallentano ulteriormente l’assorbimento, aiutando a stabilizzare la glicemia e prevenendo le fluttuazioni che possono portare fame nervosa o voglie. Concludere con i carboidrati: gli alimenti precedenti avranno preparato il corpo a sfruttarli nel modo corretto e ne verrà tratta energia a lungo termine. Un’alternativa ugualmente efficace è il piatto unico bilanciato, che combina tutti i macronutrienti in proporzioni corrette fin dall’inizio.   ✅ In Conclusione I benefici di un indice glicemico stabile vanno di pari passo con un corpo in salute, energico e longevo. I mezzi per ottenerli sono semplici, ma potentissimi: il digiuno intermittente e l’ordine corretto nel consumare i pasti.   Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.

La Strategia Salva-Glicemia per i Tuoi Momenti di Convivialità

Benvenuta/o a chi è qui per la prima volta e bentornata/o a chi invece mi sostiene e legge già da un po’! Chi mi segue sa benissimo quanto io creda profondamente che i picchi glicemici giochino un ruolo centrale per il nostro benessere. L’ ordine in cui consumiamo i nostri pasti e la proporzione tra grassi polinsaturi, proteine e carboidrati incidono direttamente sui livelli di zucchero nel sangue, responsabili di molteplici aspetti tra i quali il senso di sazietà.    🍽️ Quando il Piatto Non è Bilanciato: La Soluzione   La vita è fatta anche di momenti di socialità e convivialità (per fortuna, aggiungerei!). Pertanto, non sempre è possibile seguire le semplici regole del piatto bilanciato: potrebbe essere proprio il nostro piatto preferito, quello che ci concediamo per coccolarci, a non essere bilanciato per sua natura. La pizza, ad esempio, è ricca di carboidrati: non basta prendere il crostino per bilanciare. Proprio in queste occasioni, quando il pasto non è molto bilanciato, possiamo ricorrere ad alcune semplici strategie per abbassare l’indice glicemico.  Il mio consiglio è di mangiare una manciata di mandorle (una decina) appena prima del pasto. Ciò ci permetterà di:  Abbassare l’indice glicemico e quindi rallentare l’assorbimento degli zuccheri nel sangue e il consumo di insulina; Prolungare l’energia; Aumentare il senso di sazietà; Limitare la produzione di colesterolo; Ridurre l’infiammazione; Migliorare la salute dei vasi sanguigni riducendo il rischio di malattie cardiache. Questo non lo dico io, però: lo dice Harvard! Clicca qui per leggere l’articolo di Harvard.   Ma quali mandorle scegliere?   Vediamo insieme le opzioni che abbiamo a disposizione:   Mandorle con Buccia (o con pellicina) 🌰 Queste mandorle conservano la loro pelliccia marrone. Questa è ricca di antiossidanti (come i flavonoidi) e fibre, che possono agire positivamente sulla flora intestinale e sull’assorbimento del colesterolo. Sono le più complete nutrizionalmente.   Mandorle Pelate ⚪ Sono le mandorle a cui è stata rimossa la pellicina marrone, solitamente tramite un breve ammollo in acqua bollente e spellatura con macchine pelatrici. Sono quindi un pochino più trattate rispetto alle classiche mandorle. Senza la pellicina, perdono gran parte degli antiossidanti e delle fibre in essa contenuti.   Mandorle Tostate 🔥 Possono essere con o senza pellicina, ma sono state sottoposte a calore secco (in forno o in padella). La tostatura intensifica il sapore rendendolo più aromatico e croccante. Il calore aiuta a neutralizzare l’acido fitico (se presenti), rendendo alcuni minerali più biodisponibili. Tuttavia, temperature troppo elevate o cotture prolungate possono ridurre leggermente la Vitamina E.   Perciò, io consiglio le mandorle classiche, quelle con la pellicina, perché meno trattate.  Tuttavia, è importante considerare le proprie esigenze. Se, ad esempio, avete i diverticoli vi consiglio di evitare le classiche mandorle essendo la pelle ricca di fibre: dovreste, in quel caso, optare per quelle sgusciate. Se, invece, siete allergici al nichel o non vi piacciono le mandorle potete scegliere altre fonti di grassi polinsaturi o proteine come lo yogurt greco, un pezzetto di parmigiano stagionato, un bicchiere di kefir o un’insalatona con un abbondante giro d’olio. In sintesi, un piccolo gesto può fare una grande differenza. Non è necessario rinunciare ai momenti di piacere o ai propri piatti preferiti per prendersi cura di sé. Ricordate: dieci mandorle prima del pasto sono una semplice strategia per abbassare la glicemia, prolungare la sazietà e migliorare la salute cardiovascolare.   Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.

Latte Vegetale vs. Latte Vaccino: Qual è la scelta giusta per te?

Oggi, 22 agosto, si celebra la Giornata Mondiale del Latte Vegetale, un’occasione perfetta per fare chiarezza su queste bevande e capire le differenze con il tradizionale latte vaccino. Non si tratta di demonizzare una scelta a favore dell’altra, ma di comprendere le proprietà, i benefici e le eventuali controindicazioni di ciascuno per fare la scelta più adatta alle proprie esigenze.   Cosa sono i Latti Vegetali?   Conosciuti anche come “bevande vegetali”, non sono veri e propri latti, ma estratti liquidi ottenuti da cereali, legumi o semi. Le opzioni disponibili sul mercato sono in continua crescita e includono: Latte di Soia: una delle alternative più diffuse, con un profilo proteico simile al latte vaccino. Latte di Mandorla: dal sapore delicato e molto versatile, spesso povero di calorie. Latte di Avena: cremoso e ideale per caffè e cappuccini, ha un sapore naturalmente dolce. Latte di Riso: leggero e dolce, perfetto per chi ha allergie multiple. Latte di Cocco: dal sapore esotico e più grasso, ottimo in cucina e per preparazioni dolci.   Quando Scegliere il Latte Vegetale?   Il latte vegetale non è una semplice moda, ma una valida alternativa che risponde a specifiche esigenze di salute e scelte etiche. Dovresti considerarlo se: Hai intolleranza al lattosio o un’allergia alle proteine del latte vaccino: i latti vegetali sono naturalmente privi di lattosio e proteine del latte. Segui una dieta vegetariana o vegana: sono una fonte importante di nutrienti non derivanti da animali. Vuoi tenere sotto controllo il colesterolo: a differenza del latte vaccino, i latti vegetali non contengono colesterolo. Cerchi un’opzione più sostenibile: la produzione di bevande vegetali richiede generalmente un minor consumo di acqua e genera meno emissioni di CO2 rispetto all’allevamento animale.   Latte Vegetale: Cosa considerare prima dell’acquisto   Non tutti i latti vegetali sono uguali e una lettura attenta dell’etichetta è fondamentale per fare una scelta salutare. Proteine: La maggior parte delle bevande vegetali ha un basso contenuto proteico, ad eccezione del latte di soia che si avvicina di più al latte vaccino. Per questo, in alcuni casi, non è un sostituto diretto, soprattutto per i bambini. Zuccheri aggiunti: Molti prodotti, soprattutto quelli aromatizzati, contengono zuccheri, maltodestrine o sciroppi aggiunti che aumentano l’apporto calorico e ne riducono la qualità nutrizionale. Cerca sempre la dicitura “senza zuccheri” o “non zuccherato” o, in alternativa, scegli un prodotto che contenga meno di 3 grammi di zuccheri per 100 grammi. Fortificazione: È essenziale scegliere prodotti fortificati con calcio e vitamine (come la D e la B12), poiché gli estratti vegetali da soli non ne contengono a sufficienza per soddisfare il fabbisogno quotidiano. La vitamina B12 è particolarmente importante per chi segue una dieta vegana.   Casi specifici: quando prestare attenzione   Sebbene generalmente sicuri, alcuni latti vegetali possono avere controindicazioni per specifiche condizioni di salute: Latte di riso: per via del suo alto indice glicemico e contenuto di zuccheri, è sconsigliato a persone con diabete, insulino-resistenza o sovrappeso. Latte di soia: gli isoflavoni in esso contenuti potrebbero interferire con la funzione tiroidea in soggetti predisposti. Se soffri di tiroidite o altri disturbi della tiroide, è bene parlarne con il tuo medico o nutrizionista.   Latte Vaccino: il suo ruolo e quando evitarlo   Il latte vaccino rimane una bevanda completa e ricca di nutrienti, particolarmente indicata per determinate fasi della vita. È una fonte eccellente di calcio, proteine di alta qualità e vitamine (A, B2 e B12). Tuttavia, è importante sapere che: NON è un sostituto per i neonati: il latte vaccino, così come i latti vegetali, non deve mai sostituire il latte materno o il latte formulato per i bambini al di sotto dell’anno di età. Per una corretta crescita, i lattanti hanno bisogno di nutrienti specifici non presenti in queste bevande. Intolleranza e allergie: se soffri di intolleranza al lattosio o un’allergia alle proteine del latte, è fondamentale evitarlo e optare per alternative vegetali.   Conclusioni e Raccomandazioni   Sia il latte vaccino che le bevande vegetali hanno i loro pregi e difetti. La scelta dipende da fattori individuali come la salute, lo stile di vita e le preferenze personali. Il consiglio più importante è sempre lo stesso: consultare un professionista della nutrizione, specialmente se la scelta riguarda l’alimentazione dei bambini o se si soffre di patologie specifiche. Leggere con attenzione le etichette, infine, ti permetterà di fare una scelta informata e salutare, evitando prodotti con ingredienti non desiderati.   Grazie per avermi letto. A presto, Dr. Tiziano.

INVOLTINI DI BRESAOLA, HUMMUS E FORMAGGIO SPALMABILE

Preparazione: 1. In una piccola ciotola, mescola bene il formaggio spalmabile con l’hummus, creando una crema omogenea. 2. Spalma un cucchiaio di questo composto su ciascuna fetta di bresaola. 3. Arrotola delicatamente le fette per formare gli involtini. 4. Servi questi deliziosi involtini accompagnandoli con un’insalata fresca e qualche pomodorino. Prova la ricetta e fammi sapere cosa ne pensi!

INSALATA DI PATATE, TONNO E UOVA

Preparazione: 1. Lessare la patata intera con la buccia in acqua bollente. Per verificare la cottura, infilza uno stecchino: se entra senza resistenza, è pronta. 2. Fai rassodare l’uovo in un pentolino con acqua bollente per circa 8-10 minuti, poi raffreddalo sotto acqua fredda, sguscialo e taglialo a pezzi. 3. Una volta cotta, pela la patata e tagliala a cubetti. 4. Unisci la patata, il tonno ben sgocciolato e l’uovo a pezzi in una ciotola. 5. Condisci con un filo d’olio EVO e le spezie che preferisci. È un ottimo piatto unico sia per pranzo che per cena! Prova la ricetta e fammi sapere cosa ne pensi!

COUS COUS CON CARNE TRITA, VERDURE E STRACCHINO

Preparazione: 1. In una padella, fai rosolare la carne trita con un filo d’olio EVO. 2. Aggiungi la zucchina e il peperone tagliati a tocchetti e cuoci per circa 20 minuti, finché le verdure non saranno tenere. 3. Nel frattempo, versa il cous cous in una ciotola e aggiungi abbondante acqua bollente. Copri con un coperchio e lascialo riposare finché non sarà cotto (di solito pochi minuti, segui le indicazioni sulla confezione). 4. Scola il cous cous, sgranalo bene con una forchetta e mescolalo alla preparazione di carne e verdure. 5. Infine, aggiungi un cucchiaio di stracchino e servi caldo. Delizioso! Prova la ricetta e fammi sapere cosa ne pensi!